Per il ciclo “Recensioni di un classi”, vi propongo quello che per me fu il primo CD di Frankie Hi Nrg Mc.
Un po’ di storia:
La prima volta che ascoltai Frankie, stavo facendo zapping e capitai in un programma di Rai Tre dove lui interpretava “Fight da faida”
era circa il 1991, e mi stupì la forza di quel messaggio: combattere la faida, combattere quelle mafie che distruggevano la nostra bella Italia. Un messaggio diretto e senza mezzi termini.
Anni più tardi, 1997, mia mamma entra in un negozio di dischi e chiede: il disco di quel tassista… di quello che nel video guida il taxi.
Al mio ritorno a casa, scoprii di essere il possessore di “La morte dei miracoli”.
Il Cd si presenta con un Frankei che campeggia scuro e cupo nella prima del libretto. All’interno le cose non vanno meglio: il colore nero predomina e le pagine del libretto alternano il testo a delle immagini fosche e disturbanti.
Su tutto il motto: Humanitas iustitiam nosquam renuit grandem malignitatem cognoscendo (che dovrebbe poi essere il significato della sigla H I N R G M C).
Nonostante tutto, il disco si fa subito rispettare.
Il primo pezzo è “Quelli che ben pensano”, miglior canzone al PIM (secondo un adesivo del CD), che vede Frankie alla guida di un taxi
(Nota personale: se siete un videogiocatore di vecchia data capirete l’accenno a Doom)
Pezzo che con un testo di grande eleganza e una batteria che pesta ci dipinge senza mezzi termini.
E la “lavata di capo” continua in “Cubetti tricolori”, in cui i cubetti tricolori possono essere gli italiani e le mosse per farli avanzare le vaire mosse che compiamo nella vita per avanzare di grado
E questo tono “accusatorio”, che però ci aiuta a riflettere su noi stessi, continua anche in “Accendimi…”
lo specchio? La TV.
Ma oltre a guardare al nostro piccolo quotidiano, Frankie è capace di parlarci anche dell’omicidio di stato, la pena di morte e lo fa con “Tieni giù le mani da Caino”
e anche in questo caso c’è quel “ti illudi di esser infallibile perché fai numero” che a distanza di anni ancora ricordo e che sono sempre più tentato di applicare a molti campi della vita.
Nel disco sono “scordabili” “Manovra a tenaglia” e “Il beat come anestetico”
Interessanti “Autodafè”
e “Cali di tensione”
Il Cd si conclude con il pezzo “Fili”
E adesso i voti!
Musica e testi: 6 .
Disco molto duro, molto cupo che può metterti in difficoltà. I testi sono elaborati, alcune volte forse troppo e rischiano di rendere troppo difficile l’ascolto. Inoltre certi pezzi sembrano fatti per essere capiti solo da un gruppo ristretto di persone.
Packaging: 6.
Come si usava a quei tempi la “jewel box” che contiene il CD al riparo da urti. Il packaging è cupo come alcune canzoni. C’è anche l’illustrazione di un corpo senza testa a qua e là tracce di sangue!
In definitiva:
Un disco che risente del tempo passato e che adesso può risultare un po’ brutto e pesante. Da ascoltare solo quando avete bisogno di attorniarvi di un umore nero: negli altri casi ridurrete la playlist ad un paio di brani da ascoltare a ripetizione.
Al prossimo venerdì.
andrea
Lug 20, 2014 @ 23:27:27
come è possibile trattare con così tanta sciatteria un disco intelligente, ricco, preciso e prodotto con cura maniacale?
lascoltodelvenerdi
Lug 21, 2014 @ 07:52:34
Si può perché, ad esempio, scrivo un articolo per passione e non per lavoro; oppure perché cercando in YouTube non sempre trovo tutto quello che serve o ancora perché voglio dare l’idea dell’album e dell’artista magari riuscendo ad invogliare qualcuno a scoprire un nuovo pezzo, un CD, un’artista, un genere.
Il risultato può piacere o no, su questo non discuto. Anzi ti chiedo di aiutarmi a migliorare questo pezzo: dimmi come avrei potuto fare, segnalano quali cose non ti son piaciute e come le posso sistemare.
Absint YO
Mag 23, 2019 @ 23:09:27
Probabilmente il disco di rap italiano più bello di sempre, figo e pieno di beat pazzeschi e lyrics mature e ricercate. Atmosfere dark e amare, ma anche note romantiche come la bellissima Fili, che chiude il disco aprendo lasciando una sensazione di calore (sebbene magari anche un po’ di malinconia, riflettendo sulla fragilità delle relazioni, anche le più preziose).
Questo e il recentissimo Adversus dei Colle der Fomento per me rappresentano davvero l apice del rap italiano….con tantissimi altri MOLTO indietro, MOLTO sullo sfondo.
Frankie HINRG per mia personale opinione nel resto della sua discografia non arriva neanche a sfiorare la potenza di questo album…onirico, disturbante (ricordo che ascoltarlo da ragazzino, sebbene mi affascinasse, mi lasciava con un senso di “timore”, e questo non fa altro che aggiungere), severo, ma anche corretto, giusto.
I beat , di nuovo, sono un perfetto mix di groove, melodie e atmosfere. Giusto Artificial Kid- Numero 47 (di er Danno) si avvicina a questo livello di contenuti (con approccio differente, ovvio..)…Rancore secondo me vorrebbe farlo un disco tipo così, ma non so se ci riesce (chissà se poi è vero, ma è una impressione mia).
Altra roba bella ce n’è in giro, ovvio, ma resta cmq molto più autoreferenziale nei confronti di un ambiente che spesso parla di sè stesso (l hip hop), “purtroppo”.
Questo disco invece ha quel respiro ampio, che avvolge un po’ tutto.
Un monumento…con una sua solennità (e la copertina non fa che annunciarla).
10/10 e un posto importante nella musica.
lascoltodelvenerdi
Mag 24, 2019 @ 07:21:18
Grazie per aver condiviso il tuo punto di vista.
Mi trovi d’accordo quando dici che questo è il disco più bello di Frankie. Le altre sue produzioni, di notevole pregio!, non si avvicinano alla “cattiveria strisciante” di questo.
Certo il tutto è mediato dai nostri ricordi di gioventù, ma al giorno d’oggi non si trovano più dischi con una forza come questa proposti al grande pubblico.