Non so se ci avete mai pensato, ma quello che state trascorrendo è un giorno magico, è il giorno che da il via al fine settimana.

È il venerdì italiano.

E in giorno così magico anche il jazz può diventare allegro e cantare le promesse di domani.

Sergio Caputo, “Sabato Italiano” 1983

Questo è il primo successo di Sergio Caputo, cantautore romano classe 1954. Molto allegra la musica, il testo è pieno di rimandi poetici (l’angelo al citofono) e la Roma è cinimatograficamente felliniana.

Dopo le esperienze da ragazzo e il primo gruppetto fatto con gli amici in cui faceva il chitarrista, Sergio incide i primi lavori negli anni ’70.

Del 1978 è “Libertà dove sei”, che già ci presenta un cantautore capace di scrivere un testo profondo ma non banale

Ma il successo è appunto quella “Sabato italiano”, che da anche il titolo al LP. Lavoro in cui si sentono influenze jazz, mambo e swing anni ’50. Tutto centrato su musicalità e situazioni da “cantante di nigth”

Nello stesso, allegro, album sono

“Bimba se sapessi (Citrosodina)”

(Nota personale: è sempre più difficile tirare avanti questo show. La vita è il più grande show di tutti. Un pazzo mare…ma a tratti allegro! L’inizio del brano “Citrosodina granulare” dovette essere cambiato in fretta e furia, dato che la Citrosodina è un farmato, anche solo citarla in una canzone era pubblicità e dovevano essere dette le solite frasi di rito “Leggere attentamente…” ecc. Per evitare problemi la frase fu cambiata in “idrofobina vegetale”)

“Io e Rino”

“Night”

(Nota personale: la cassiera non ha niente da invidiare a Fernandel…il mitico Don Camillo! Conoscevo anch’io una con un sorriso così! Com’è piccolo il mondo)

“Week end”, dai ritmi decisamente sudamericani

L’anno successivo, esce il secondo album “Italiani mambo”, 1984. Anche se le musiche cambiano un po’ richiamando alla mente non solo dei piccoli night fumosi, l’interprete principe delle situazioni rimane  sempre il singolo uomo, il cantante, il playboy.

La title track:

che lo stesso Caputo definì una metafora della situazione discografica di quel periodo; se non c’è niente di meglio (autori) italiani: mambo!

“T’ho incontrata domani”

“Vita dromedaria”, la storia di un playboy, un gagà, che ormai ha qualche anno di troppo.

Dopo il secondo disco, Caputo collabora con Adriano Celentano che gli commissiona la traduzione di un brano di un gruppo olandese. Nasce così la famosa Susanna, di cui Caputo dirige anche il coro di delle voci che commentano la storia.

(Nota personale: è identica alla mia ex. Nomen homen?)

Nel 1985 esce “No Smoking”, più un riferimento all’abolizione del vestito formale che al divieto di fumare, e infatti in copertina Sergio si fuma una sigaretta tranquillo. Altri tempi!

L’album è stato arrangiato interamente da Caputo ed è il primo della sua produzione ad uscire in CD, presentando come bonus track “Bimba se sapessi”, “Vita dromedaria” e “Sabato italiano”

In esso, tra le altre, “L’astronave che arriva”, un passaggio di ET mentre alcune  persone se la perdono perché sono ai vernissage

(Note personale: Ossi di seppia è una raccolta di poesie di Eugenio Montale)

e “Scubidù”

Nell’album successivo, più pop dei precedenti, “Effetti personali” del 1986, risalta la tromba di Dizzy Gillespie, che suona nei brani:

“Il pianeta venere”

e in “Trio vocale militare”

Nell’album successivo, l’unico suo live pubblicato sinora, “Ne approfitto per fare un po’ di musica”, è contenuto un ritratto musicale del grande Garibaldi. La canzone fu anche presentata al festival di Sanremo arrivando 21esima:

“Il Garibaldi innamorato”

Nel 1988 esce “Storie di whisky andati”, una sorta di racconto fatto da un ipotetico viveur.

tra i brani segnalo “Movin’ away”, una specie di resoconto della vita, un insieme di ricordi

“Anche i detective piangono”, una rievocazione delle atmosfere dei film polizieschi

“Oh mama della jungla blu”

1989, altra partecipazione a Sanremo con il brano “Rifarsi una vita”. Arriva ultimo.

Il brano è contenuto nell’album “Lontano che vai”

e “Il bimbo ha quarant’anni”, pezzo dedicato al rock visto come figlio di quel jazz che Sergio ha sempre suonato. Il video è una raccolta di immagini tratte dai concerti di Caputo.

Di questa canzone fu realizzata una versione speciale per le radio. Il disco era un 45 giri, ma sull’etichetta c’era scritto 33. Questo poteva indurre in errore i DJ con un risultato buffo quando partiva il brano.

“Sogno erotico sbagliato”, anno 1990, presenta in copertina una procace pin-up seduta sul cofano di una vecchia auto. Le musicalità del disco sono più country

Da segnalare “Tutto è finito Mariù”, dal video divertentissimo e dal richiamo a quella Mariù dei telefoni bianchi

e “Ma che amico sei”

L’album successivo è del 1993, “Egomusicocefalo”. L’album è quasi un one man band,  Sergio si fa accompagnare solo da un bassista e un batterista, e presenta testi e musiche tendenti al blues con partiture essenziali.

Dall’album

“Scendi dalle nuvole”

“Sanguamaro”

(Nota personale: video monocromatici a sottolineare la necessità di ritrovare una musica essenziale e senza orpelli)

e “Shaker”, qui in un montaggio di un fan, storia di una piccola pianta carnivora che mi ricorda quella di “La piccola bottega degli orrori“. Purtroppo il pezzo finisce bruscamente verso la fine.

Curiosità: le prime due tracce del disco avevano lo stesso titolo, “Scendi dalle nuvole”,  ma non centravano nulla l’una con l’altra. Inoltre sulla copertina è ritratto Sergio che suona una chitarra con un sacchetto del pane in testa. Forse una citazione dei Peanuts.

Il disco successivo del 1996, segna il ritorno di Sergio al jazz. “I love jazz” e questa è “Fantasy”

e “Tutto sembra a posto (quando il cielo è blu)”

Un ritorno alle origini musicali mentre i testi continuano ad avere quella vena di onirico che caratterizza tutta la discografia di Sergio.

A seguire nel 1998 uscì “Serenades”, una rivisitazione dei pezzi latini più famosi.

Gli ultimi lavori di Sergio Caputo, sono autoprodotti e pubblicati dalla sua etichetta discografica Idiosyncrasy.

Nel 2003 esce “That Kind of thing”, album smooth jazz solo strumentale

“Intimacy” e “Everything I do”

e la raccolta di “A tu per tu” una rilettura unplugged di alcuni suoi brani.

Spero vi sia piaciuta questa scorrazzata in un jazz che può essere anche divertente!

Per chi fosse interessato, qui trovate il sito ufficiale pieno di curiosità e informazioni.

Al prossimo venerdì.